Sassuolo e la sua “Delizia”: il palazzo ducale


Oggi vi parlerò di un’autentica bellezza ai più sconosciuta, a quattro passi da casa (almeno per quanto mi riguarda) e di grande effetto. Ma non perdiamo tempo, mettiamoci in auto e navigatore alla mano puntiamo verso la provincia modenese e nello specifico Sassuolo.

Questa cittadina adagiata nella valle del Secchia deve tutta la sua popolarità alla produzione delle ceramiche e delle piastrelle coprendo circa il 80% del fatturato italiano. Ma, seppur l’argomento ceramiche può avere il suo fascino, io mi soffermerò su ben altro che di nome e di fatto è stata definita “ la Delizia “ : il favoloso Palazzo Ducale di Sassuolo.

IL PALAZZO DUCALE DI SASSUOLO

L’aspetto attuale ha origini nel 1634 quando Francesco I d’Este, succeduto al padre Alfonso III d’Este nel Ducato di Modena e Reggio Emilia, decide di togliersi uno sfizio trasformando un vecchio e massiccio castello in una raffinata residenza estiva. La sua abilità già dimostrata con il restyling urbanistico attuato a Modena, che riportò la città agli antichi splendori del ducato estense, replicò superando ogni aspettativa.

Affidata la direzione dei lavori all’architetto Bartolomeo Avanzini, Francesco I vuole stupire e quindi oltre all’architettura cura le decorazioni degli ambienti ed esalta lo spazio verde circostante con fontane e la scenografica Peschiera creando un vero gioiello in stile barocco. Personaggio ambizioso e grande mecenate, si circonda di artisti di grande levatura come il francese Jean Boulanger, uno tra i migliori allievi del Guido Reni, poi Agostino Mitelli, Luca Colombi, Lattanzio Maschio, e non ultimo lo scenografo reggiano Gaspare Vigarani, piuttosto attivo anche alla corte di Luigi XIV il Re Sole.

GLI INTERNI DEL PALAZZO DUCALE DI SASSUOLO

L’elegante facciata del palazzo è la degna anticamera di ciò che progressivamente vedremo e le imponenti statue raffiguranti la primavera e l’estate sono un chiaro riferimento a quel disegno di rinnovamento che il Ducato perseguiva con interesse.

Iniziamo con lo Scalone estremamente scenografico ad opera di Vigarani che ci introduce alla Galleria di Bacco, a mio parere l’apoteosi dell’ espressione pittorica barocca. Sono raffigurati 41 episodi della storia di Bacco con un’attenzione maniacale per i particolari e la grande capacità di creare svariate illusioni prospettiche. Sono infatti i simpatici putti che, giocando con un finto tendaggio, cercano di nascondersi o di palesarsi a seconda della raffigurazione dando all’insieme un tocco simpatico e giocoso. Qui il pittore Boulanger si è davvero superato: facendo appello alla sua esperienza romana presso il Cardinale Rinaldo D’este, ha riprodotto quella fisicità michelangiolesca tipica del Giudizio Universale della Cappella Sistina in un tripudio di colori e dettagli.

Ora vi è un susseguirsi di camere una più bella dell’altra e ciascuna mette in scena uno spettacolo proponendo temi allegorici ed eroi mitologici tutti inseriti nelle famose quadrature prospettiche. Il Salone delle Guardie è sicuramente il più suggestivo: l’occhio si perde sull’ampio soffitto e poi scivola lungo le pareti per rimanere ingannato da architetture e decorazioni in grado di moltiplicare virtualmente gli spazi e dare l’illusione della profondità. Musici e paggi si sporgono da finti balconi, mentre animali esotici fanno capolino da scorci prospettici sapientemente realizzati, e il tutto ci avvolge e ci influenza. Senza volere diveniamo parte di questo gioco dell’inganno e… il leggero fruscio di ampie gonne in taffetà, il tintinnio di calici festanti, la musica e il vociare confuso ci riportano a quelle atmosfere tipiche dei ricevimenti di corte.

LA PESCHIERA DEL PALAZZO DUCALE DI SASSUOLO

Ora usciamo sulla terrazza Belvedere per ammirare la Peschiera o Fontanazzo. Venne edificata dove un tempo c’era l’antico fossato della fortezza e, oltre a garantire un divertente passatempo per la corte, la particolare struttura veniva impiegata per allestire ambientazioni dove l’acqua era l’assoluta protagonista. Ovviamente l’artefice di questa fontana scenica è il Vigarani che sembra far riemergere da una natura incontaminata un’antica struttura in roccia con caratteristiche tali da sembrare veramente lo scheletro di un glorioso teatro.

In breve ho cercato di sollecitare la vostra curiosità perché questo palazzo merita di essere visto e se più persone divulgheranno le proprie impressioni diventerà meta ambita per tanti estimatori e non come ora irrimediabilmente sepolto nell’oblio.


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