La Mancia, o Mancha in spagnolo, è quel territorio intorno a Toledo, a pochi chilometri da Madrid, caratterizzato da enormi distese di ulivi, vigneti e mulini a vento. Qui Miguel de Cervantes, originario della zona, ambientò il suo romanzo “Don Chisciotte della Mancia“.
Quando leggevo Don Chisciotte cercavo di immaginare i luoghi delle sue avventure, i personaggi spagnoli del seicento da lui descritti e adoravo lo spirito ironico di Cervantes così fresco, attuale e sagace nelle battute riguardo la politica, i costumi, la religione, i sentimenti. Si può sentire così vicino un autore vissuto quattrocento anni fa?
4 BUONI MOTIVI PER VISITARE LA MANCIA
Lo scorso agosto io e Michele abbiamo rinunciato al mare in favore di un viaggetto nell’entroterra spagnolo. Destinazione la Mancia!
Dopo qualche giorno a Madrid, abbiamo noleggiato un’auto e ci siamo spostati a Toledo cambiando completamente scenario. Qui ne abbiamo approfittato per soddisfare un mio desiderio: visitare la Mancia.
I borghi della Mancia
La Mancia è una campagna pianeggiante e vastissima intervallata da colline sulle quali troneggiano i mulini a vento. Al di sotto di queste colline ci sono i paesi, piccoli, antichi, silenziosi. Quasi tutti di origine medievale, alcuni conservano ancora la rocca o il castello. Hanno la loro piazzetta con la chiesa, la sede comunale e basse casette bianche.
La nostra prima tappa è stata Orgaz, un borgo con un bel castello nel centro del paese che è possibile visitare acquistando il biglietto al Centro di Informazioni turistiche.
Siamo arrivati presto quindi ne abbiamo approfittato per fare un giretto per le vie di Orgaz. Non c’era nessuno. Forse era troppo presto, abbiamo pensato.
Il paese era addobbato con le bandiere della Spagna e c’erano camioncini per lo street food ad ogni angolo. Uno striscione ci ha comunicato che giusto la sera prima c’era stata una festa. Uffa, ce la siamo persa!
Tornando verso la macchina abbiamo scoperto perchè in giro non c’era nessuno. Erano tutti al bar centrale!
Sapevate che in Spagna i croissant sono mangiati con le posate?
Siamo entrati anche noi per fare colazione ma il bancone era preso d’assalto e non era facile capire quale fosse la fila. In Spagna come in Italia bisogna essere pazienti. In questo ci assomigliamo molto. Alla fine una barista cordiale e sorridente ci ha portato due buone spremute d’arancia e croissant caldo servito su un piattino con forchetta e coltello. Anche a Madrid ci è capitata la stessa cosa. Ormai abituati, abbiamo ancora una volta mangiato il nostro croissant con le posate temendo di fare la parte dei maleducati…
I mulini a vento di Consuegra valgono il viaggio nella Mancia
Ottimi punti di riferimento nella pianura manchega, i mulini a vento sono piccoli “giganti” bianchi tondeggianti con pale di legno, oggi ferme, a cui manca la vela. Sono buffi e simpatici. Pensavo fossero più grandi perchè Don Chisciotte li vedeva come mostri enormi da combattere. Mi fa sorridere immaginarli accostati a un cavaliere anziano, in sella a un ronzino tutt’ossa, che li minaccia con una lancia. E con uno scudiero, tondo quanto loro, in sella a un asino impotente dinnanzi a tanta follia!
Siamo arrivati a Consuegra verso mezzogiorno. Non c’era nessuno ma le star sono loro: i mulini a vento. Si sale la collina ed eccoli in fila. Troneggiano su tutta la pianura circostante, antichi ma longevi. Si dice che Cervantes si ispirò proprio a questi mulini per il suo romanzo.
Sulla collina ci sono anche le rovine di un castello medievale. Il vento, i mulini, il castello e il silenzio rendono il posto suggestivo e romantico.
Le pale sono fissate al terreno perchè non si muovano. Penso agli ingranaggi. Da quanto tempo sono lì? Io non ho resistito e, allungandomi, sono riuscita a toccare un angolino della pala. Non ho fatto pressione ma ho sentito l’ingranaggio iniziare a scricchiolare. La pala era pronta per muoversi. Incredibile quanta sensibilità e leggerezza ci sia in una struttura così massiccia. E’ affascinante.
Siamo rimasti un bel po’ di tempo qui a guardare il panorama e a osservare i mulini poi siamo ripartiti verso El Toboso, il paese di Dulcinea, l’innamorata di Don Chisciotte.
Il paese di El Toboso
Dulcinea di El Toboso era una contadina della Mancia giovane e carina di cui Don Chisciotte si era invaghito. Nella sua follia la credeva una principessa a cui aveva giurato devozione e amore platonico e in nome della quale egli compiva le sue opere cavalleresche in favore dei più deboli e acquistava così la virtù necessaria per potersi meritare il suo cuore. Tutto questo senza che lei ne fosse minimamente a conoscenza. Ciò mi ha sempre fatto un gran ridere!
Il piccolo borgo di El Toboso è molto carino e si visita in pochi passi. Nella piazzetta centrale ci sono due statue in ferro battuto, di cui questa regione è maestra, che rappresentano Don Chisciotte inginocchiato di fronte a Dulcinea. Finalmente sono al cospetto del mio eroe!
Abbiamo gironzolato un po’ per il paese, ormai erano le due del pomeriggio ed era un gran caldo. Neanche qui abbiamo incontrato anima viva sebbene le finestre e le porte fossero aperte.
Era l’ora della siesta e, a quanto pare, nella Mancia viene ben rispettata!
DOVE MANGIARE:
Fortunatamente a casa di Dulcinea si può anche mangiare. E’ un ristorante che si chiama Meson La Noria de Dulcinea e offre cucina tipica spagnola e manchega arredato in stile. La signora è stata molto gentile nello spiegarci le pietanze e ci ha seguito dall’antipasto fino al dolce. In particolare abbiamo mangiato il pulpo a la gallega che ci è piaciuto molto. Ma cucinano anche l’agnello e il perdiz che sono specialità della Mancia. Hanno anche il formaggio della zona, molto famoso.
Il panorama della Mancia
La bellezza della Mancia è dettata soprattutto dal suo panorama. Una terra rossa che ricorda il nostro Salento e distese di ulivi a perdita d’occhio. Non avevo mai visto una cosa del genere. Le piante sembrano forti, hanno tronchi grandi e ramificati.
Se non sono ulivi, sono vigneti. Ettari ed ettari di vigneti.
Le strade sono lunghe, dritte e larghe. Ci circolano pochissime macchine e passano in mezzo a questa campagna. In lontananza i mulini a vento appollaiati sopra le colline. E se si sale per vedere il paesaggio dall’alto si notano i paesini sparsi in qua e in là con le loro casette bianche e le viuzze strette.
“La stirpe si eredita, la virtù si acquista; e la virtù vale da sola quello che la stirpe non vale.”
Miguel de Cervantes
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