L’isola di Ponza: piccolo angolo di paradiso


Oggi vi vorrei proporre uno dei tanti paradisi di mare del nostro Paese per poter trascorrere una settimana in pieno relax dimenticando stress, impegni ed orari: l’isola di Ponza.  Perché questo possa riuscire al meglio consiglio il mese di settembre quando l’orda di turisti impazziti rientra in città ,e finalmente l’isola di Ponza vi si concederà generosa e distesa.

Nota a tutti come una delle isole più belle del Mediterraneo, con acque cristalline e scorci costieri davvero suggestivi, in pochi conoscono invece la ricchezza del suo entroterra fatto di testimonianze storiche che affondano le radici nell’antica civiltà greca e romana, riportando alla luce impensate meraviglie nascoste. Quindi Ponza non è solo sole e mare, ma escursioni, trekking, visite guidate ed ottime scoperte enogastronomiche, il tutto racchiuso in una piccola superficie di 7,50 km quadrati prevalentemente collinare.

È uno scrigno che attende di essere aperto da ognuno di voi per condividere le sue gemme più preziose. Io, se siete d’accordo, cercherò di segnalarne alcune ripercorrendo quelle tracce che la storia ha lasciato dietro di sé e in questo modo potremo cogliere la vera essenza di Ponza.

LA STORIA DI PONZA

ponza

Dopo il periodo preistorico dove l’uomo dal Circeo si spostava sull’isola per cercare l’ossidiana, è la volta dei Fenici, popolo di grandi navigatori, che usava Ponza come tappa intermedia durante i numerosissimi viaggi. Ma è con l’avvento di greci e romani che questa piccola superficie di terra si arricchisce di ville e strutture ingegneristiche davvero importanti. Le grotte di Pilato, per esempio, sono dei tunnel scavati nella roccia raggiungibili solo in barca e collegati da una piscina centrale un tempo, si dice, utilizzata dai Romani come murenaio. In questo modo essendo la murena un pesce molto grasso si garantivano sempre una scorta di cibo sicuro da utilizzare durante i periodi bellici o d’assedio. Ma non dimentichiamo le cisterne romane realizzate nella roccia attorno all’attuale porto borbonico.

LE CISTERNE ROMANE DI PONZA

cisterne romane di ponza

La Proloco ponzese organizza delle ottime visite guidate per accompagnare i visitatori nel sottosuolo e spiegare  loro la funzionalita’ nella raccolta dell’acqua piovana. Questo sistema era piuttosto diffuso per poter conservare le risorse idriche, soprattutto durante i periodi di siccità, ed anche le città seppur dotate di acquedotti, ricorrevano alle cisterne soprattutto durante i lunghi periodi di assedio. Per le isole, poi, in particolare quelle di origine vulcanica tipo le Pontine, con una risaputa penuria d’acqua, rappresentavano gli unici impianti idrici in grado di garantire un approvvigionamento costante alla popolazione.

La cisterna della Dragonara è giunta a noi perfettamente conservata ed è l’esempio di una struttura antica ma di concezione moderna realizzata senza strumentazione sofisticata ma ricca di accorgimenti e di intuizioni davvero lungimiranti (vedi il cocciopesto per l’impermealizzazione o le vasche prive di angoli per ovviare alle impurità).

Arrivo’ pero’ il periodo della decadenza dell’impero romano (Nerone) e purtroppo Ponza divenne l’esilio dorato della famiglia reale e non solo. Non possiamo non citare San Silverio patrono dell’isola considerato eretico e pure lui confinato. Il 20 giugno viene ricordato con grande affetto dai Ponzesi che organizzano fastose processioni via terra e via mare.

In seguito arrivarono i monaci benedettini che fondarono ben due monasteri, ma presto furono costretti ad andarsene causa gli attacchi saraceni e le vicende politiche tra papato e impero che negavano protezione ed aiuto all’isola lasciandola indifesa è in balia dei saccheggi.

Ma con Carlo III di Borbone si volta pagina e Ponza rifiorisce come non mai. Decide di ripopolarla e da’ l’opportunita’ ai contadini di Ischia e di Procida di trasferirsi. Mette loro a disposizione le terre, le attrezzature, il denaro e rinnova il porto creando il primo nucleo abitato moderno. Il figlio Ferdinando IV prosegue l’opera del padre lasciandoci il cimitero, la fortezza e il Palazzo degli Uffici oggi sede del Comune.

E arriviamo alla storia più recente con le due guerre mondiali e l’isola attraversa nuovamente una fase di profonda crisi divenendo, poi, sotto il fascismo confino di massa per gli oppositori politici del regime (Nenni, Amendola, Pertini).

LE SPIAGGE DI PONZA

Ancora una volta i tempi cambiano e grazie alla realizzazione di diversi collegamenti con la terraferma Ponza diviene una ricercata meta turistica, dove bagnanti e appassionati di immersioni scoprono spiagge selvagge, costiere rocciose dalle mille sfumature, fondali mozzafiato e perché no una cucina sfiziosa che associa i sapori del mare ai sapori semplici della cultura contadina.

spiagge di ponza

Un esempio? La spiaggia del Frontone. Qui dopo una bella nuotata consiglio di mangiare da Gerardo Mazzella per assaggiare la vera cucina locale, semplice ma di qualità, e visitare il suo museo etnografico completamente gratuito. In un’antica grotta, abitazione appartenuta al nonno, Gerardo ha dato vita ai suoi ricordi di bambino. Oggetti, scritti e fotografie ci parlano della sua terra e delle sue tradizioni, del mare e dell’amore della sua gente per quel territorio così ostile, che ora però restituisce i frutti di tante fatiche e ostinazione.

 

Prima di lasciare definitivamente Ponza per imbarcarci sul traghetto consiglio di fare alcune foto panoramiche salendo sul punto più alto dell’isola: il monte Guardia. Ne vale veramente la pena, ma vi costerà fatica e impegno, in quanto il percorso non è tra i più semplici, ma una volta raggiunta la meta sarete ricompensati da uno splendido scenario.

 

 Fotografie di Lorenzo Zanutta


4 thoughts on “L’isola di Ponza: piccolo angolo di paradiso”

  1. ciao, dopo aver letto questo articolo …prenoto già per il 20 giugno una gita fuori porta da ricordare!!
    che belle foto…sembra davvero una meraviglia!

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