Parco Talon: un gioiello a Casalecchio di Reno


Il primo sole…c’è una gioia più grande? Oggi ho proprio voglia di una bella passeggiata e non posso fare altro che dirigermi verso il parco Talon.

Rinominato Parco della chiusa, è conosciuto come Talon a causa dei suoi nobili natali che l’hanno visto proprietà della famiglia dei marchesi Sampieri Talon fin dal 1600 per poi essere ceduto al Comune di Casalecchio di Reno nel 1975. Persino Stendhal durante un suo soggiorno bolognese, nella prima metà del 1800, amava venire qui per qualche passeggiata e lo paragonava al Bois de Boulogne di Parigi.

E’ il polmone verde di Bologna. Il suo grande bosco, ricco di flora e di fauna (non mancano ovviamente i daini!) si estende dal fiume Reno alla collina, da Casalecchio di Reno fino a Sasso Marconi e dal 2006 è stato inserito nel Sic, sito di interesse comunitario, “Boschi di San Luca e del Reno”.

Sono innumerevoli le attività all’aria aperta che offre. Camminate, nordic walking, bicicletta, running. Ha trasformato lo stile di vita dei casalecchiesi e arrivano qui visitatori anche da fuori perché in tutta la provincia non esiste un parco del genere!

Attraverso la Casa per l’Ambiente situata proprio all’ingresso del parco, si possono prenotare anche visite guidate per scoprire da vicino le bellezze naturalistiche di questo grande spazio verde.

ingresso Parco Talon

L’ingresso monumentale del parco Talon

Villa Sampieri al parco Talon

La villa dei marchesi Sampieri Talon bombardata durante la seconda guerra mondiale

 

chiesa san martino

La chiesa di San Martino situata all’ingresso del parco Talon da cui parte il Sentiero dei Bregoli

La lunga passeggiata all’interno del parco Talon

GODERSI IL RELAX AL PARCO TALON

Ora sono qui, seduta alla Ca’ Bianca, a cui si giunge seguendo la strada asfaltata, a godermi questo sole ormai primaverile. Perchè la Ca’ Bianca? No, non c’è nessuna casa bianca. Una volta c’era una corte colonica di cui ora non rimane nulla. Onestamente mi sono appena informata anche io perchè non lo sapevo. So solo che fin da bambina se mio padre diceva “dai arriviamo alla ca’ bianca e torniamo indietro” significava arrivare fino alla montagnola che interrompe la strada asfaltata.

Respiro a piani polmoni e ascolto i rumori della natura. Intorno a me tante altre lucertole dalle sembianze umane, chi seduto, chi sdraiato sull’erba, chi cammina, chi passa in bicicletta. Tutti in silenzio e tutti con il viso rivolto al sole e tutti rigorosamente senza i-pod perché in questo contesto la miglior musica è il canto degli uccelli.

Da ragazzina amavo venire qui in autunno all’ora del tramonto quando soffia quel vento furibondo che preannuncia l’arrivo dell’inverno e inizia ad imbrunire. Correvo qui in bicicletta e mi stendevo sull’erba del campo in pendenza e guardavo le nuvole spostarsi velocemente, rabbiosamente. Faceva quasi paura ma mi piaceva. E’ un ricordo a cui mi rivolgo spesso, mi riassesta, mi dà forza.

Ca' bianca al parco talon

Arrivo alla Ca’ Bianca

Ancora qualche minuto di relax e poi scendo attraverso il sentiero sterrato.

Sotto di me il fiume Reno, i palazzi della città e sulla collina di fronte l’Eremo di Tizzano, altro gioiello di Casalecchio di cui vi parlerò nel prossimo post.

 

La vedete questa casa gialla? E’ la casa colonica Montagnola di Mezzo. Il Comune di Casalecchio di Reno mette a disposizione questa casa, in foresteria, a famiglie o gruppi, per soggiorni di una settimana. Un’esperienza formativa per vivere a contatto con la natura. Per maggiori informazioni clicca qui.

 

Mi ci voleva proprio questa sgambata… adesso sì che posso tornare a casa a mangiare due tortellini senza senso di colpa!

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