Con l’arrivo della primavera e dell’estate ritorna la voglia delle brevi gite verso la montagna, in moto o in macchina, alla scoperta di qualche luogo interessante e di prodotti tipici da assaporare. Sono stato recentemente a Castelluccio, un piccolo borgo di montagna situato a 811 metri s.l.m., a 9 Km da Porretta Terme (BO), su un crinale da cui si gode una bellissima vista sulle valli circostanti. Ma in questo tipico paesino di montagna ci sono, oltre alla natura, altre due cose che vale la pena di vedere: il castello Manservisi e il museo Laborantes.
Castelluccio è un posto tranquillo e sereno ed è un punto di partenza ideale per passeggiate tra i boschi di faggio e castagno, a piedi o in mountain bike, o per il decollo con deltaplani e parapendii.
IL CASTELLO MANSERVISI DI CASTELLUCCIO
Il castello è stato realizzato sul finire del 1800 da Alessandro Manservisi, proprietario di una delle più importanti sartorie di Bologna. Acquistò l’edificio già esistente nel 1886 con annesso parco e lo ristrutturò secondo la moda del tempo ricavandone un piccolo castello in stile medioevale con torri merlate, portici e archi a sesto acuto. In tempi più recenti il castello è stato utilizzato per vari scopi: come colonia estiva per ragazzi , come ristorante. Dal 2007 era caduto in stato di abbandono finchè un gruppo di volontari ha formato l’associazione Castello Manservisi, stipulando una convenzione con il Comune di Porretta Terme e prendendolo in gestione. L’associazione ha curato ed eseguito i restauri necessari e lo ha aperto al pubblico per la visita. Durante l’estate, all’interno del castello e nel parco, vengono organizzate tante manifestazioni: mostre, convegni, concerti, proiezioni, eventi sportivi e feste. L’interno è molto interessante, ci sono grandi saloni , terrazze merlate , c’è una sala detta “Degli Arazzi” dove sono esposti 4 grandi quadri a parete del 1800 raffiguranti scene di vita agreste, uno scalone affrescato con la porta di uscita sul parco, arredi dell’epoca e innumerevoli oggetti e fregi in ferro battuto. All’esterno un ampio porticato si affaccia, sul davanti, su un piazzale ricoperto da lastre di pietra e, sul retro, su un ampio parco alberato.
IL MUSEO DEI LABORANTES ALL’INTERNO DEL CASTELLO MANSERVISI DI CASTELLUCCIO
Di fianco all’entrata del castello Manservisi, in un grande edificio, si trova il museo “Laborantes”. Una parte di questo edificio faceva parte del castello, una parte deriva da un ex albergo degli inizi del ‘900 e una parte era di proprietà privata. Il museo vuole rappresentare e mostrare la vita dura di lavoro della popolazione di queste montagne da sempre intrecciata con il mondo religioso. Lavoro, in latino, si dice “Labor” e le persone che pregano sono gli “Orantes”. Ecco dunque da dove nasce il nome “Laborantes”. Il museo si sviluppa su tre piani in una lunga serie di salette e si articola in due grandi aree espositive: quella dedicata alla religiosità popolare e quella che riguarda la vita quotidiana del popolo di questi borghi di montagna.
Nelle prime sale si può vedere una raccolta di “EX VOTO PRG” (per grazia ricevuta) e tavolette votive , provenienti dai vicini santuari della Madonna del Faggio e della Madonna del Ponte di Porretta. Una raccolta di libri del ‘700 – ‘800 – ‘900 trattano di temi teologici o più semplicemente di istruzioni che venivano impartite ai preti di campagna: la prediche più consone nei veri periodi dell’anno e il linguaggio da tenere con il mondo contadino. Inoltre ci sono paramenti sacri, quadri, reliquiari e crocefissi.
Si prosegue nelle sale dedicate al lavoro e si può vedere la ricostruzione di una cucina con tanti oggetti strani e curiosi che servivano per fare il bucato, il burro, la polenta etc. Si incontra poi il laboratorio del calzolaio e dello stagnino, si possono vedere le ricostruzioni di una officina del ferro con il maglio, i forni e i mille oggetti per forgiarlo. E ancora la falegnameria, la sala dedicata alla macellazione del maiale, la sala delle castagne e quella dedicata al lavoro delle donne, in particolare tutto il processo di filatura e creazione delle stoffe. Si prosegue poi con i lavori agricoli, con aratri, gioghi e mezzi meccanici per la trebbiatura. E poi ancora tini, torchi e tanti oggetti per il trattamento del vino.
Una sala interessante, una piccola sorpresa, è quella dedicata ai nidi degli uccelli. Si tratta di un lavoro di raccolta fatto da un gruppo di bambini nel 1995. Qui si possono vedere decine di nidi perfettamente conservati di innumerevoli specie di uccelli di questi boschi.
Insomma, potrebbe essere una buona idea per una gita fuori città, si possono vedere cose interessanti, respirare aria buona e degustare specialità montanare nelle innumerevoli trattorie della zona.
Appassionato di storia e arte, amo riscoprire luoghi che hanno segnato, a livello locale, un territorio. In particolare vi parlerò dell’appennino tosco-emiliano e dei suoi tesori. La montagna regala sempre grandi emozioni e le persone che la abitano, in silenzio e dedizione, hanno creato piccole meraviglie da valorizzare e condividere.